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Domani 11 luglio nuovo tavolo tra Governo e Sindacati per discutere della prossima riforma delle Pensioni. All’ordine del giorno “un confronto tecnico su Pensione di garanzia per i giovani presso il ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali”. Per la Cisal saranno presenti il segretario confederale Massimo Blasi ed il dirigente Dino Carola.
Il focus sarà la famosa pensione di Garanzia per i giovani, finalizzata a prevenire il rischio che i lavoratori precari di oggi si trovino ad affrontare una pensione insufficiente in futuro.
La questione è stata sollevata anche dalla Corte dei Conti nel suo recente Rapporto 2023 sul coordinamento della finanza pubblica. Nel documento, si è dedicata particolare attenzione alla situazione dei lavoratori che si trovano attualmente nella fascia d’età dei quarant’anni, i quali sono soggetti all’applicazione completa del calcolo contributivo per la pensione introdotto con la riforma Dini, entrata in vigore nel 1996.
Da un campione di 56.000 lavoratori estratto dal database dell’INPS, rappresentativo di una popolazione di assicurati quarantenni pari a 486.000 individui, emergono dati rilevanti. Secondo le informazioni raccolte, il 28% dei giovani lavoratori guadagna una retribuzione lorda inferiore a 20.000 euro annui, con conseguenze dirette sulle loro attuali contribuzioni previdenziali accumulate. Analizzando il rapporto, si evidenzia che, ad eccezione di settori solidi come quello sanitario e delle forze armate, per tutte le altre categorie di lavoratori considerate, l’ammontare dei fondi pensionistici accumulati, noti come “zaini” previdenziali, risulta relativamente modesto, non superando i 100.000 euro in 6 casi su 11.
Domani 11 luglio nuovo tavolo tra Governo e Sindacati per discutere della prossima riforma delle Pensioni. All’ordine del giorno “un confronto tecnico su Pensione di garanzia per i giovani presso il ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali”. Per la Cisal saranno presenti il segretario confederale Massimo Blasi ed il dirigente Dino Carola.
Il focus sarà la famosa pensione di Garanzia per i giovani, finalizzata a prevenire il rischio che i lavoratori precari di oggi si trovino ad affrontare una pensione insufficiente in futuro.
La questione è stata sollevata anche dalla Corte dei Conti nel suo recente Rapporto 2023 sul coordinamento della finanza pubblica. Nel documento, si è dedicata particolare attenzione alla situazione dei lavoratori che si trovano attualmente nella fascia d’età dei quarant’anni, i quali sono soggetti all’applicazione completa del calcolo contributivo per la pensione introdotto con la riforma Dini, entrata in vigore nel 1996.
Da un campione di 56.000 lavoratori estratto dal database dell’INPS, rappresentativo di una popolazione di assicurati quarantenni pari a 486.000 individui, emergono dati rilevanti. Secondo le informazioni raccolte, il 28% dei giovani lavoratori guadagna una retribuzione lorda inferiore a 20.000 euro annui, con conseguenze dirette sulle loro attuali contribuzioni previdenziali accumulate. Analizzando il rapporto, si evidenzia che, ad eccezione di settori solidi come quello sanitario e delle forze armate, per tutte le altre categorie di lavoratori considerate, l’ammontare dei fondi pensionistici accumulati, noti come “zaini” previdenziali, risulta relativamente modesto, non superando i 100.000 euro in 6 casi su 11.
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