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Contestato il commissario Longo. «Ci sentiamo discriminati». Poi l’impegno a immunizzare tutti entro 10 giorni
«Ci faccia capire come mai ha attivato la vaccinazione per i dipendenti del dipartimento Salute tenendo fuori tutti i dipendenti regionali». Una nutrita delegazione di lavoratori sostenuta dal Csa-Cisal pone la domanda al commissario alla Sanità Guido Longo. I casi Covid «ci sono stati in tutti i dipartimenti della Regione Calabria» e la delegazione chiede di sapere «in qualche categoria siano rientrati» i neo vaccinati, «perché se fossero stati inseriti nella categoria “Altro” sarebbe gravissimo».
«Il nostro è un dipartimento a rischio – risponde Longo tra le proteste –, questa è stata la ratio. Una risposta che ha suscitato non poche reazioni tra i dipendenti presenti: “Si rischia in tutti i dipartimenti – ha spiegato Gianluca Tedesco che ha guidato la delegazione. E’ vero che la Sanità è un dipartimento particolare, ma tutti contribuiamo a mandare avanti la macchina dell’amministrazione regionale. Senza di noi noi è il blocco totale. Il rischio è lo stesso per tutti, noi non siamo da meno, abbiamo gli stessi diritti dei nostri colleghi, che ha fatto benissimo a vaccinare, ma anche noi vogliamo lo stesso trattamento”. E poi le domande: “Quale vaccino avete somministrato?”. “In che categoria finiranno, perché se fosse ‘altro’ sarebbe un fatto ancora più grave”.
Il senso è chiaro: tutti si sentono in pericolo e vivono la scelta come un abuso dell’amministrazione. Anche perché neppure sui tamponi l’azione sarebbe stata trasparente. «Abbiamo diritto ad avere tutti la stessa tranquillità, deve prendere un impegno e dirci che tutti saremo vaccinati come il suo personale», incalzano i dipendenti. «Mandatemi gli elenchi di ogni dipartimento», prova a calmare gli animi Longo, che assume l’impegno di far vaccinare tutti i lavoratori davanti al sindacato «in base alle presenze». Quando? «Nei prossimi dieci giorni».

Contestato il commissario Longo. «Ci sentiamo discriminati». Poi l’impegno a immunizzare tutti entro 10 giorni
«Ci faccia capire come mai ha attivato la vaccinazione per i dipendenti del dipartimento Salute tenendo fuori tutti i dipendenti regionali». Una nutrita delegazione di lavoratori sostenuta dal Csa-Cisal pone la domanda al commissario alla Sanità Guido Longo. I casi Covid «ci sono stati in tutti i dipartimenti della Regione Calabria» e la delegazione chiede di sapere «in qualche categoria siano rientrati» i neo vaccinati, «perché se fossero stati inseriti nella categoria “Altro” sarebbe gravissimo».
«Il nostro è un dipartimento a rischio – risponde Longo tra le proteste –, questa è stata la ratio. Una risposta che ha suscitato non poche reazioni tra i dipendenti presenti: “Si rischia in tutti i dipartimenti – ha spiegato Gianluca Tedesco che ha guidato la delegazione. E’ vero che la Sanità è un dipartimento particolare, ma tutti contribuiamo a mandare avanti la macchina dell’amministrazione regionale. Senza di noi noi è il blocco totale. Il rischio è lo stesso per tutti, noi non siamo da meno, abbiamo gli stessi diritti dei nostri colleghi, che ha fatto benissimo a vaccinare, ma anche noi vogliamo lo stesso trattamento”. E poi le domande: “Quale vaccino avete somministrato?”. “In che categoria finiranno, perché se fosse ‘altro’ sarebbe un fatto ancora più grave”.
Il senso è chiaro: tutti si sentono in pericolo e vivono la scelta come un abuso dell’amministrazione. Anche perché neppure sui tamponi l’azione sarebbe stata trasparente. «Abbiamo diritto ad avere tutti la stessa tranquillità, deve prendere un impegno e dirci che tutti saremo vaccinati come il suo personale», incalzano i dipendenti. «Mandatemi gli elenchi di ogni dipartimento», prova a calmare gli animi Longo, che assume l’impegno di far vaccinare tutti i lavoratori davanti al sindacato «in base alle presenze». Quando? «Nei prossimi dieci giorni».
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