Immagine di copertina di: Trasporto pubblico locale: il settore va sostenuto, come i suoi lavoratori

Oggi lo sciopero nazionale: Mongelli: “Inaccettabile l’atteggiamento di chi da una parte loda i lavoratori per il lavoro svolto, prima e durante l’emergenza, e dall’altra non vuole riconoscergli la meritata dignità contrattuale”


Il Paese che in queste ore continua a vivere una situazione pandemica senza precedenti, con tutti i suoi riflessi, non ha bisogno, ancora una volta, del blocco di servizi essenziali le cui responsabilità non sono attribuibili ai lavoratori, che sono peraltro parte lesa anche in qualità di cittadini, ma ricercabili altrove.

A dichiararlo è il Segretario Generale della Faisa Cisal Mauro Mongelli che ritiene inaccettabile l’atteggiamento di chi da una parte loda i lavoratori di questa categoria per il lavoro svolto, prima e durante l’emergenza, e dall’altra non vuole riconoscergli la meritata dignità contrattuale.

“C’è pure – continua – chi si stupisce del perché il mestiere di autoferrotranviere non è più attrattivo. I veri motivi sono attribuibili in elevati costi per l’acquisizione delle abilitazioni necessarie, retribuzioni basse e cristallizzate, sicuramente sproporzionate alle notevoli responsabilità connesse al lavoro, scarse tutele, rispetto alle aggressioni ed alle intemperanze quotidiane e reiterate sui mezzi di trasporto. I lavoratori del TPL – aggiunge il Segretario – sono diventati l’unico anello debole su cui ricadono gli effetti di politiche sbagliate, dei risultati di inefficaci modelli gestionali aziendali e di scelte discutibili che restituiscono meriti a tutti ma non ai lavoratori che restano le sole vittime delle conseguenze dei fallimenti di questi modelli. In questa situazione – conclude – sono indispensabili meccanismi che, nell’alveo di una necessaria stabilizzazione delle risorse al settore da parte dello Stato, implementate da un recupero inflattivo, tengano conto anche del rinnovo del contratto nazionale, togliendo ogni tipo di alibi alle associazioni datoriali che continuano a proporre autofinanziamenti ormai insostenibili, confondendo le attuali e distinte aree di contrattazione nazionale e aziendale”.

Immagine di copertina di: Trasporto pubblico locale: il settore va sostenuto, come i suoi lavoratori

Oggi lo sciopero nazionale: Mongelli: “Inaccettabile l’atteggiamento di chi da una parte loda i lavoratori per il lavoro svolto, prima e durante l’emergenza, e dall’altra non vuole riconoscergli la meritata dignità contrattuale”


Il Paese che in queste ore continua a vivere una situazione pandemica senza precedenti, con tutti i suoi riflessi, non ha bisogno, ancora una volta, del blocco di servizi essenziali le cui responsabilità non sono attribuibili ai lavoratori, che sono peraltro parte lesa anche in qualità di cittadini, ma ricercabili altrove.

A dichiararlo è il Segretario Generale della Faisa Cisal Mauro Mongelli che ritiene inaccettabile l’atteggiamento di chi da una parte loda i lavoratori di questa categoria per il lavoro svolto, prima e durante l’emergenza, e dall’altra non vuole riconoscergli la meritata dignità contrattuale.

“C’è pure – continua – chi si stupisce del perché il mestiere di autoferrotranviere non è più attrattivo. I veri motivi sono attribuibili in elevati costi per l’acquisizione delle abilitazioni necessarie, retribuzioni basse e cristallizzate, sicuramente sproporzionate alle notevoli responsabilità connesse al lavoro, scarse tutele, rispetto alle aggressioni ed alle intemperanze quotidiane e reiterate sui mezzi di trasporto. I lavoratori del TPL – aggiunge il Segretario – sono diventati l’unico anello debole su cui ricadono gli effetti di politiche sbagliate, dei risultati di inefficaci modelli gestionali aziendali e di scelte discutibili che restituiscono meriti a tutti ma non ai lavoratori che restano le sole vittime delle conseguenze dei fallimenti di questi modelli. In questa situazione – conclude – sono indispensabili meccanismi che, nell’alveo di una necessaria stabilizzazione delle risorse al settore da parte dello Stato, implementate da un recupero inflattivo, tengano conto anche del rinnovo del contratto nazionale, togliendo ogni tipo di alibi alle associazioni datoriali che continuano a proporre autofinanziamenti ormai insostenibili, confondendo le attuali e distinte aree di contrattazione nazionale e aziendale”.