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Circa 900mila i ritardatari a cui verrà corrisposto l’importo minimo. Ma c’è tempo fino al 30 giugno per correre ai ripari
Assegno unico più ricco a marzo, ma non per tutti. Chi non ha aggiornato l’Isee, circa 900 mila di richiedenti si stima, dovrà accontentarsi della quota minima. Il mese prossimo verranno corrisposti gli arretrati di gennaio riferiti alla rivalutazione della prestazione sulla base dell’inflazione, scattata a febbraio, e alle maggiorazioni introdotte dal governo con l’ultima legge di Bilancio, accreditate per la prima volta questo mese sui conti dei beneficiari.
LA CIFRA. Attenzione però perché come detto chi non ha aggiornato l’Indicatore della situazione economica equivalente riceverà poco più di 50 euro il mese prossimo. Quest’anno all’Inps sono già state inviate nel complesso 7 milioni di Dsu con i dati per il rilascio del nuovo Isee (lo scorso anno ne erano state inoltrate in tutto 10,7 milioni). Ammontano invece a 4,5 milioni i nuclei che nel 2022 hanno richiesto l’assegno unico universale per i figli integrando alla domanda la Dichiarazione sostitutiva unica: l’Inps ha dato tempo agli utenti fino a oggi per inviare una nuova Dsu, ma sarebbero circa 900mila i ritardatari che ora rischiano un taglio dell’assegno a marzo. La Dichiarazione sostitutiva unica contiene i dati anagrafici, reddituali e patrimoniali del nucleo tramite cui procedere all’aggiornamento dell’Isee, l’indicatore sulla base del quale viene stabilita la cifra da corrispondere con l’assegno unico (e non solo). La buona notizia è che c’è tempo fino alla fine di giugno per correre ai ripari. Perché se da un lato è vero che chi non ha ancora aggiornato il proprio Isee si vedrà corrispondere a marzo 54 euro per ogni figlio – per effetto della rivalutazione la quota minima è passata da 50 a 54 euro e quella massima è salita a quasi 190 euro – dall’altro non perderà il diritto agli arretrati a patto che si muova entro l’estate. Chi aggiornerà l’Isee dopo il 30 giugno, al contrario, prenderà la somma corretta a partire dal mese successivo all’invio della Dsu. Dall’aggiornamento dell’Osservatorio statistico sull’assegno unico universale emerge che nel 2022 sono stati spesi 12,9 miliardi di euro per la prestazione. La spesa per i nuclei non percettori del reddito di cittadinanza è risultata pari a 12,3 miliardi di euro, in riferimento a una platea di circa 5,7 milioni di richiedenti e a 9,1 milioni di figli beneficiari di almeno una mensilità. Gli importi medi mensili erogati hanno toccato 233 euro per richiedente e 146 euro per figlio. La metà degli assegni pagati per figlio si riferisce a beneficiari appartenenti a nuclei con Isee inferiore ai 15mila euro. Circa i120 per cento dei figli, invece, fa capo a nuclei familiari che non hanno presentato l’Indicatore della situazione economica equivalente. Il governo Meloni ha introdotto con l’ultima legge di Bilancio l’incremento del 50% dell’assegno unico per le famiglie con figli di età inferiore a un anno e per i figli con un’età compresa da 1 a 3 anni per le famiglie con almeno tre figli e con Isee fino a 40.000 euro. Come detto questi aumenti si sono già materializzati sui conti dei beneficiari a febbraio, ma manca all’appello la mensilità di gennaio che arriverà appunto il mese prossimo. La rivalutazione dell’8,1% ha invece portato la quota minima dell’assegno da 50 a 54,1 euro, mentre quella massima è balzata a 189,2 euro.
LA RIVALUTAZIONE. La rivalutazione annuale in base all’indice di inflazione è prevista dalla legge che ha istituito l’assegno unico e interessa anche le soglie Isee a partire dalle quali viene calcolata la cifra a cui si ha diritto. Tradotto: la fascia a cui spetta la quota massima, fissata in precedenza sotto i 15mila euro di Isee, è stata livellata a 16.215 euro. La quota minima, riservata nel 2022 agli Isee sopra i 40mila euro, adesso va a chi ha un indicatore oltre i 43.240 euro. Infine, i nuclei raggiunti dal reddito di cittadinanza con almeno una mensilità della prestazione integrata dall’assegno unico sono stati 498mila nel 2022, per 845mila figli a carico. Per queste famiglie si è proceduto al calcolo dell’integrazione dell’assegno unico universale sottraendo, dall’importo teorico dell’assegno spettante, la quota di reddito di cittadinanza relativa ai figli che fanno parte del nucleofamiliare.
Circa 900mila i ritardatari a cui verrà corrisposto l’importo minimo. Ma c’è tempo fino al 30 giugno per correre ai ripari
Assegno unico più ricco a marzo, ma non per tutti. Chi non ha aggiornato l’Isee, circa 900 mila di richiedenti si stima, dovrà accontentarsi della quota minima. Il mese prossimo verranno corrisposti gli arretrati di gennaio riferiti alla rivalutazione della prestazione sulla base dell’inflazione, scattata a febbraio, e alle maggiorazioni introdotte dal governo con l’ultima legge di Bilancio, accreditate per la prima volta questo mese sui conti dei beneficiari.
LA CIFRA. Attenzione però perché come detto chi non ha aggiornato l’Indicatore della situazione economica equivalente riceverà poco più di 50 euro il mese prossimo. Quest’anno all’Inps sono già state inviate nel complesso 7 milioni di Dsu con i dati per il rilascio del nuovo Isee (lo scorso anno ne erano state inoltrate in tutto 10,7 milioni). Ammontano invece a 4,5 milioni i nuclei che nel 2022 hanno richiesto l’assegno unico universale per i figli integrando alla domanda la Dichiarazione sostitutiva unica: l’Inps ha dato tempo agli utenti fino a oggi per inviare una nuova Dsu, ma sarebbero circa 900mila i ritardatari che ora rischiano un taglio dell’assegno a marzo. La Dichiarazione sostitutiva unica contiene i dati anagrafici, reddituali e patrimoniali del nucleo tramite cui procedere all’aggiornamento dell’Isee, l’indicatore sulla base del quale viene stabilita la cifra da corrispondere con l’assegno unico (e non solo). La buona notizia è che c’è tempo fino alla fine di giugno per correre ai ripari. Perché se da un lato è vero che chi non ha ancora aggiornato il proprio Isee si vedrà corrispondere a marzo 54 euro per ogni figlio – per effetto della rivalutazione la quota minima è passata da 50 a 54 euro e quella massima è salita a quasi 190 euro – dall’altro non perderà il diritto agli arretrati a patto che si muova entro l’estate. Chi aggiornerà l’Isee dopo il 30 giugno, al contrario, prenderà la somma corretta a partire dal mese successivo all’invio della Dsu. Dall’aggiornamento dell’Osservatorio statistico sull’assegno unico universale emerge che nel 2022 sono stati spesi 12,9 miliardi di euro per la prestazione. La spesa per i nuclei non percettori del reddito di cittadinanza è risultata pari a 12,3 miliardi di euro, in riferimento a una platea di circa 5,7 milioni di richiedenti e a 9,1 milioni di figli beneficiari di almeno una mensilità. Gli importi medi mensili erogati hanno toccato 233 euro per richiedente e 146 euro per figlio. La metà degli assegni pagati per figlio si riferisce a beneficiari appartenenti a nuclei con Isee inferiore ai 15mila euro. Circa i120 per cento dei figli, invece, fa capo a nuclei familiari che non hanno presentato l’Indicatore della situazione economica equivalente. Il governo Meloni ha introdotto con l’ultima legge di Bilancio l’incremento del 50% dell’assegno unico per le famiglie con figli di età inferiore a un anno e per i figli con un’età compresa da 1 a 3 anni per le famiglie con almeno tre figli e con Isee fino a 40.000 euro. Come detto questi aumenti si sono già materializzati sui conti dei beneficiari a febbraio, ma manca all’appello la mensilità di gennaio che arriverà appunto il mese prossimo. La rivalutazione dell’8,1% ha invece portato la quota minima dell’assegno da 50 a 54,1 euro, mentre quella massima è balzata a 189,2 euro.
LA RIVALUTAZIONE. La rivalutazione annuale in base all’indice di inflazione è prevista dalla legge che ha istituito l’assegno unico e interessa anche le soglie Isee a partire dalle quali viene calcolata la cifra a cui si ha diritto. Tradotto: la fascia a cui spetta la quota massima, fissata in precedenza sotto i 15mila euro di Isee, è stata livellata a 16.215 euro. La quota minima, riservata nel 2022 agli Isee sopra i 40mila euro, adesso va a chi ha un indicatore oltre i 43.240 euro. Infine, i nuclei raggiunti dal reddito di cittadinanza con almeno una mensilità della prestazione integrata dall’assegno unico sono stati 498mila nel 2022, per 845mila figli a carico. Per queste famiglie si è proceduto al calcolo dell’integrazione dell’assegno unico universale sottraendo, dall’importo teorico dell’assegno spettante, la quota di reddito di cittadinanza relativa ai figli che fanno parte del nucleofamiliare.
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